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Nella parte centrale delle Valli di Lanzo alcuni paesi vissero per secoli, almeno dal Medioevo, delle attività artigianali legate allo sfruttamento delle risorse minerarie locali: a Mezzenile, Pessinetto e Traves si fabbricavano chiodi di ogni forma e dimensione in innumerevoli fucine, a Ceres
e dintorni si producevano e montavano serrature; tali attività andarono in crisi e sparirono nella seconda metà
del secolo scorso. A Mezzenile è stato dedicato un ecomuseo ai chiodaioli, che fa parte di questo itinerario, inizialmente proposto nella Giornata Fai di Primavera 2010, promossa dalla Società Storica delle Valli di Lanzo.
Dislivello: 70 m circa
Tempo di percorrenza: 1 ora
Segnavia: il percorso è indicato da tabelle di legno “Ecomuseo dei Chiodaioli”
Difficoltà: T (turistico)
Periodo migliore: tutto l’anno
Si può lasciare l’auto a Mezzenile in piazza Don Melloni,
ove sorgono la chiesa parrocchiale e il municipio, o nel parcheggio distante poche decine di metri; si accede agevolmente al punto di partenza anche dalla stazione ferroviaria di Mezzenile (linea Torino-Ceres), in una quindicina di minuti. Dalla piazza Don Melloni (654 m) si ritorna verso il centro del paese lungo la strada principale per poche decine di metri, trovando sulla sinistra il primo cartello che indica il percorso, costellato da tabelloni esplicativi che illustrano sia l’attività artigianale sia i diversi aspetti della vita della comunità locale. Dopo un breve tratto in salita su una strada secondaria, si prende la diramazione di destra che porta a inoltrarsi nel centro storico della frazione Forneri – li Fourné, ricca di interessanti esempi di architettura tradizionale.
Piegando a sinistra si esce dalla borgata salendo alla fucina Neuva, risalente al 1850, la sola oggi ancora funzionante delle circa cento attive in passato nel territorio di Mezzenile, dove quasi ogni villaggio ne ospitava qualcuna: qui si ritrova tutti i venerdì pomeriggio (sono ammessi e graditi i visitatori) il gruppo di chiodaioli locali, che ha recuperato a scopo didattico l’antico mestiere.
Accanto alla fucina, con la tipica tromba idroeolica in legno, è stata ricostruita anche una carbonaia.
Lungo la strada asfaltata si sale in breve a un secondo gruppo di fucine, anch’esse poste accanto al rio Gorges,
di cui sfruttavano l’energia idraulica. Seguendo i segnali si piega a destra entrando nella frazione Villa Superiore –
Vila d’Amount (720 m), sulle cui case sono dipinte alcune meridiane.
Superata in discesa una piazzetta, ci si porta alla cappella della Madonna della Neve, posta al confine con la frazione Catelli – li Catèl (710 m), che tosto si raggiunge. Si passa accanto ad altre fucine (erano ben otto/nove in questa popolosa borgata), scendendo poi tra le case e osservando un bell’affresco con Madonna e santi a protezione di un paese, probabilmente Mezzenile.
Raggiunta la carrozzabile, per essa si cala al paese.
Giunti presso l’edificio del settecentesco castello Francesetti, in parte oggetto di un recente intervento
di recupero, lo si può aggirare sulla sinistra arrivando alla tranquilla piazza dedicata al comandante partigiano locale Vincenzo Geninatti Neni “Cent”, sulla quale si affaccia la cappella di San Bartolomeo. Proseguendo lungo la stretta stradina si arriva in pochi minuti alla piazza Don Melloni.
L’Ecomuseo dei Chiodaioli è visitabile anche con un secondo itinerario, più lungo e di carattere escursionistico, della durata di circa 3 ore.
Bibliografia di riferimento:
Sulla lavorazione dei chiodi: M. CAIOLO, Gli artigiani chiodaioli di Mezzenile, Pro Loco e Comune di Mezzenile, 2010.
Di carattere più ampio: G. BORLA, E. SESIA, Attività mineraria e società nelle Valli di Lanzo tra Cinquecento e Novecento, in Miscellanea di studi storici sulle Valli di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. L, 1996.
info@societastorica-dellevallidilanzo.it – 10074 Lanzo Torinese (TO),
via San Giovanni Bosco 1 (c/o Biblioteca Civica e Archivio Storico – tel. 0123.29331)