La passeggiata da Monastero di Lanzo al santuario di Sant’Ignazio, facile e panoramica, consente di cogliere numerosi interessanti aspetti legati alla vita civile e religiosa della zona. È ideale in primavera o nelle terse giornate autunnali, quando la limpidezza dell’atmosfera consente di apprezzare al meglio le bellissime vedute a 360°. Oltre che lungo le antiche vie di comunicazione, in alternativa la si può percorrere anche in auto, sostando nei punti più caratteristici.
Dislivello: 400 m circa
Tempo di percorrenza: 1,45 ore all’andata; 1,15-1,30 ore al ritorno
Segnavia: n. 403 e 350A
Difficoltà: E (escursionistico)
Periodo migliore: aprile-giugno e settembre-novembre
Punto di partenza è l'ampio parcheggio posto all'ingresso del capoluogo comunale di Monastero
di Lanzo (823 m), cui si accede da Lanzo Torinese seguendo le indicazioni per Monastero-Chiaves.
Osservato il notevole campanile romanico della parrocchiale di Sant’Anastasia (XI-XII sec.), si passa davanti al municipio e alle scuole comunali; si abbandona la carrozzabile al primo tornante verso monte e si segue la strada secondaria sulla sinistra, che in breve conduce alla frazione Mas. In basso, a sinistra, si nota un’interessante abitazione tradizionale caratterizzata da numerosi archi in facciata. In alto, sulla destra rispetto all’abitato, parte la mulattiera segnalata con il n. 403, che sale, fiancheggiata da piloni votivi in condizioni più o meno buone, fino a intersecare la carrozzabile all’importante frazione Fornelli (976 m); a pochi metri dall’intersezione una bacheca riporta diverse notizie sulla borgata, sede fino agli anni Settanta del secolo scorso di scuola e cappellania.
Traversata la strada si riprende la mulattiera, puntando verso la cappella, dalla quale si prosegue in lieve salita costeggiando il muro che si apre con un portone ad arco ancora in parte decorato, attraverso il quale si vede la meridiana che, tra quelle datate, risulta essere la più antica (1715) delle Valli di Lanzo.
Continuando tra le case, si sbuca nuovamente sulla carrozzabile, che a questo punto va necessariamente seguita verso monte fino ad arrivare sulla piazza di Chiaves (1049 m – 30 minuti
da Monastero), sede parrocchiale e da sempre principale frazione di Monastero. Posta su una sorta
di sella lungo lo spartiacque tra la Valle del Tesso e quella di Lanzo, gode di un eccellente panorama; alcuni eccessi edilizi risalenti alla seconda metà del Novecento hanno purtroppo deturpato
in parte la località e i suoi dintorni, sebbene di recente si sia lodevolmente provveduto al recupero
di un settore del centro storico. Si entra tra le case puntando alla grande chiesa settecentesca dedicata a San Giovanni Evangelista, e dalla piazzetta della Chiesa se ne risale l’imponente scalinata
di accesso, uno dei teatri del Carnevale tradizionale che qui si svolge ogni anno intorno all’Epifania, evento clou della zona insieme alla rappresentazione della Passione, cui partecipano molti abitanti
del paese nel periodo pasquale.
Sfilando sul lato sinistro (est) della chiesa si passa accanto al piccolo cimitero – uno dei più interessanti delle Valli di Lanzo – ridiscendendo alla carrozzabile per Tortore e la si segue in piano, trascurando le diramazioni secondarie che si staccano verso destra, fino a trovare un ampio piazzale sterrato (ex cava) sulla sinistra della strada, dove un cartello indica l’imbocco del sentiero 350A per punta Serena. Dopo un primo tratto assai ripido, esso si snoda a cavallo della cresta nord-ovest della montagna (seguire con attenzione i segni bianco-rossi e gli ometti per stare sulla traccia migliore) e, tenendosi sulla destra nell’ultima parte, arriva sulla cima di punta Serena (30 minuti da Chiaves,
1 ora da Monastero), dove sorge un grande pilone votivo. Le caratteristiche del terreno e il grandioso panorama sulle Valli di Lanzo e verso la pianura – in lontananza spunta anche la piramide del Monviso – fanno sembrare di trovarsi ben più in alto rispetto alla quota di 1162 m.
Si prosegue sempre seguendo i segnavia bianco-rossi abbassandosi lungo la cresta sud-est fino al sottostante colletto, tra betulle e larici; qui il sentiero piega decisamente a destra e scende ripido sulla carrozzabile Chiaves-Tortore, in corrispondenza di uno spiazzo. Si cammina lungo la strada asfaltata verso sinistra, trascurando una prima diramazione che sale a sinistra; percorsi circa 200 metri, ancora sulla sinistra pochi metri di sentiero in salita (imbocco poco visibile) permettono di raccordarsi alla vecchia mulattiera, che meriterebbe di essere ripulita e segnalata, ma che comunque è ancora transitabile. Essa procede in piano a valle di un muro di contenimento e sbocca su una strada sterrata; proseguendo dritti in pochi metri si è alle vicine case della Balma. Qualora non si riuscisse
a trovare l’imbocco per la mulattiera, è sufficiente continuare lungo la carrozzabile per circa 50 metri, prendendo la seconda sterrata a sinistra che s’incontra dopo lo spiazzo; al primo bivio si piega a destra e si raggiungono comunque le case della Balma. Seguendo il percorso principale nel piccolo abitato, dopo aver incrociato un’altra sterrata si continua su una piacevole mulattiera pianeggiante, che regala una bella veduta sul santuario di Sant’Ignazio e arriva alla frazione Tortore di Pessinetto (913 m), proprio accanto alla cappella di San Giorgio. Dalla piazzetta sottostante, le indicazioni
e i segnavia fanno scendere fra le case e arrivare sull’ampio piazzale a valle del santuario presso
il quale sorge un interessante pilone votivo in stile Liberty risalente al 1907, dedicato alla Consolata, opera dell’ing. Antonio Vandone di Cortemilia. Lungo la carrozzabile, o, meglio e più rapidamente,
per la mulattiera che parte sulla sinistra, si sale in breve al settecentesco santuario di Sant’Ignazio, edificato sulla cima del monte Bastia (932 m – 45 minuti da punta Serena, in totale 1,45 ore
da Monastero), aperto e visitabile nel periodo estivo.
Diverse le possibilità per continuare la gita: si può scendere a Gisola e poi a Pessinetto lungo
il sentiero dei Pellegrini (segnavia 350), oppure a Biò di Traves per il sentiero 351C, o ancora
a Germagnano per il sentiero 351A. Per il rientro può essere conveniente tornare a Chiaves, percorrendo nella seconda parte la tranquilla carrozzabile, senza risalire dallo spiazzo a punta Serena.
IN AUTO: da Monastero capoluogo si sale a Fornelli e poi a Chiaves lungo la strada asfaltata.
Dal fondo della piazza di Chiaves si segue la carrozzabile che sale a sinistra, trascurando poi
le diramazioni secondarie, compresa quella asfaltata che a destra scende a Gisola (non vi sono indicazioni). La strada arriva a Tortore poco a valle della cappella; si scende sulla strada che giunge
da Lanzo, si gira a destra e pochi metri più avanti si arriva sul piazzale sottostante il santuario
di Sant’Ignazio.
Bibliografia di riferimento:
Molte notizie sul territorio di Monastero si trovano nell’indagine svolta sulla toponomastica locale: Atlante Toponomastico del Piemonte montano. 39 - Monastero di Lanzo. Area francoprovenzale, Regione Piemonte, 2011.
Le specificità delle parlate di Chiaves e Monastero sono state indagate da P. BENEDETTO MAS,
Inchieste dialettali e risvolti sociali nel territorio di Monastero di Lanzo, in Pagine nuove – 3, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. CXX, 2013.
Il volume di M. ANESI, Al tempo segno il passo, all’uom la vita. Meridiane nelle Valli di Lanzo,
Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. LXXXIII, 2003, porta alla riscoperta delle meridiane
dei diciannove comuni delle Valli di Lanzo, tra esse anche quelle presenti nella Valle del Tesso.
Il Carnevale tradizionale di Chiaves, insieme ad altri delle Valli di Lanzo, è studiato da A. ROBETTO,
Riti e tradizioni delle Valli di Lanzo. Una maschera sul volto. Carnevale e Quaresima fra trasgressione
e ordine, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. CXXVI, 2015.
D. CABODI, G. MICHELETTA GIOT, Riti e tradizioni delle Valli di Lanzo. La sacra rappresentazione
della Passione a Chiaves e a Monastero di Lanzo. Con appunti sulla Passione di Pessinetto Fuori,
Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. CXXVII, 2015.
Belle immagini di Chiaves a inizio Novecento sono nel volume a cura di G. FASSINO, Le colline della tradizione. Il Piemonte rurale nelle fotografie di don Emilio Bellino parroco di Cinzano (1890-1920),
Comune di Cinzano, 2015. Lo sguardo fotografico di don Bellino (Savigliano, 1864 – Cinzano, 1920), originale figura di parroco e fotografo amatoriale, si rivolse anche alla Valle del Tesso forse perché parente dei parroci di allora a Chiaves e Gisola.
Diverse pubblicazioni trattano del santuario di Sant’Ignazio, tra le altre: G. TUNINETTI, Il santuario
di Sant’Ignazio presso Lanzo, Alzani, 1992; M. TOGLIATTI, Il santuario di Sant’Ignazio sul Monte Bastia,
in 2ª Miscellanea di studi storici sulle Valli di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, vol. C, 2007;
E. SESIA (a cura di), Scorrevano ingordi et arrabbiati lupi. Dalle grazie operate da sant’Ignazio di Loyola
nel Seicento all’odierno ritorno dei lupi nelle Valli di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo,
vol. CXXV, 2014.
A sinistra la frazione Mas; a destra il capoluogo di Monastero, dove parte l'itinerario
Il cimitero e la parrocchiale di Chiaves
In cima a Punta Serena
La cappella di San Giorgio a Tortore, con l'imbocco della mulattiera
info@societastorica-dellevallidilanzo.it – 10074 Lanzo Torinese (TO), via San Giovanni Bosco 1 (c/o Biblioteca Civica e Archivio Storico – tel. 0123.29331)