Le pergamene raccontano
a cura di Giancarlo Chiarle
– Varisella, Antiquarium, giugno-settembre 2015
– Mezzenile, Borgo del castello Francesetti, luglio 2016
La storia delle Valli sul finire del Medioevo. I marchesi di Monferrato si sostituiscono ai vescovi
di Torino e al monastero di San Mauro, ma dalla competizione per l’egemonia emergono infine vincitori i conti di Savoia. Si affermano dinastie di banchieri, come i Provana, o di notai, come gli Arcour. Con le miniere si arricchiscono a Groscavallo i Polterio e tra Lemie e Usseglio i Goffi.
Mentre i contadini reclamano “franchigie” e il governo sabaudo estende il suo controllo, il malessere dell’antica nobiltà può determinare reazioni inconsulte.
La mostra, curata dall’associazione Amici dell’Ecomuseo della Val Ceronda, è correlata dal
vol. CXXXII.
1246, 14 febbraio: Enzo, re di Sardegna e figlio di Federico II, riceve dai signori di Lanzo,
rappresentati da Giacomo Gara e Corrado Certana, il castello con le fortificazioni e la torre,
e li reinveste perché lo tengano in feudo dall’Impero
1266, 5 marzo: Guglielmo VII di Monferrato offre la sua fedeltà per i castelli di Lanzo
e di San Raffaele a Goffredo, vescovo di Torino, che la rifiuta
1306, 7 febbraio: Franceschino «de Viu» visconte di Baratonia, anche a nome dei fratelli,
cede a Filippo d’Acaia tutti i suoi beni e diritti in Baratonia, Varisella, Monasterolo, Vallo e San Gillio,
e Filippo lo reinveste secondo il costume dei nobili vassalli della sua terra di Piemonte
1313, 10 dicembre: Amedeo V investe Omodeo del fu «Ponterio de Furno de Grascavalli», anche a nome del fratello Reinaldo, della dodicesima parte del territorio di Forno di Groscavallo (Forno Alpi Graie), dal borgo di Groscavallo alla sommità dei monti, con la loro casaforte e con tutti i diritti
1341, 4 maggio: il conte Aimone di Savoia investe Bartolomeo, consignore di Baratonia,
di tutti i beni feudali che possiede nelle Valli di Lanzo («infra dictas Valles Lancei»), già appartenuti all’abbazia di San Mauro, che li ha ceduti al conte
1341, 17 agosto: Ugonino Bastardo di Savoia acquista dagli eredi del defunto Giorgio di Baratonia
i loro beni feudali nelle Valli di Usseglio e di Lemie e al di là del Monte Basso
(«ultra Montem Bassum») e ne chiede l’investitura al vescovo di Torino
1343, 22 novembre: Antonio, consignore di Baratonia, anche a nome dei fratelli Bartolomeo e Oberto, fa quietanza per i 483 fiorini d’oro che ha ricevuto a saldo dei 2.000 loro dovuti per la vendita
del castello di Viù con diritti e pertinenze al conte Amedeo di Savoia
1345, 20 maggio: elenco dei beni che Giacomo Polterio di Groscavallo ha in parte acquistato
dai visconti di Baratonia e in parte ereditato dal padre Reinaldo e dal nonno Omodeo nella fascia
di territorio compresa tra Groscavallo e Gisola
1350, 27 giugno: Giacomo Provana, consignore di Leynì, presta fedeltà al vescovo di Torino
per le parti di Lemie e Usseglio che ha acquistato dai Giusti di Susa, che a loro volta le avevano acquistate dai visconti di Baratonia, e ne riceve l’investitura
1356, 23 gennaio: gli uomini di Monasterolo consegnano le terre appartenenti
a Bartolomeo e Oberto visconti di Baratonia, riconoscendo i loro obblighi
1356, 28 novembre: mentre è impegnato nell’assedio del castello di Balangero, il conte Amedeo VI investe il nobile Micheletto di Baratonia dei luoghi di Baratonia e Varisella, e Micheletto gli presta omaggio mettendo le sue mani tra quelle del conte e scambiando con lui il bacio di pace
1360, 7 maggio: Amedeo VI investe Ugonetto visconte di Balangero dei feudi che possiede
nel mandamento di Balangero e nella Valle di Lanzo («in Valle Lancei»)
1364, 15 giugno: il conte Amedeo VI investe Micheletto di Baratonia dei beni feudali
che gli sono pervenuti per successione dal defunto fratello Giacomo, in Baratonia e nella Valle di Viù
1374, 30 agosto: quietanza di Ugonino Bastardo di Savoia a Michele di Baratonia per il pagamento
di 100 fiorini d’oro come anticipo su quanto dovutogli per la cessione dei beni e dei diritti
che possedeva in Baratonia, Vallo e Varisella e nelle Valli di Lemie e di Usseglio
1377, 13 novembre: poiché Ugonetto visconte, insieme con la sua parte di signoria, gli ha venduto (sic) alcuni uomini di Balangero del tutto immuni da certi obblighi signorili, Bartolomeo Biandrate
di San Giorgio si impegna per sé e per i suoi successori a rispettare tali immunità
e mantenerle per sempre
1379, 21 settembre: Amedeo VI di Savoia investe Guglielmo Arcour di Lanzo
delle parti della signoria di Altessano Superiore da lui acquistate per 1.137 fiorini
da Pietro e Filippo Vasco consignori del luogo
1401, 3 ottobre: Giovanni, figlio del defunto Ugonetto visconte,
è investito dal vescovo di Torino di una quarta parte del feudo di Lemie
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